Arte e fede

L'arte è, secondo me, espressione del sentimento estetico dell'artista: dal contenuto alla conoscenza si rappresenta una verità, in un percorso unico e originale, con bontà e bellezza.

Chiesa siamo noi! Abbiamo l'impegno, come cristiani, di trasmettere la nostra fede; dovremmo farlo in modo attraente: la nostra vita dovrebbe suscitare negli altri il desiderio di Dio.
Domandiamoci, come viviamo per non suscitare la voglia di vivere alla sequela di Cristo?

A mio avviso il mondo ha bisogno di grande arte; per l'iconografo L'Amore realizzato è la bellezza, l'arte cui si dedica non è arte descrittiva, è arte come servizio, come comunicazione.
Per esprimere qualcosa, bisogna uscire da se stessi, incontrare la verità; oggi siamo stanchi della "conversazione", abbiamo bisogno di qualcuno che ci indichi la via, ma non dimostrandoci la verità, piuttosto affascinandoci, mostrandoci qualcosa che ci attrae, questo è un principio estetico.

Con coraggio Papa Giovanni Paolo II diceva che l'arte è parola primitiva e sta al fondo di ogni conoscenza, tradotta in linee e colori. Quindi l'arte come via della conoscenza.

In realtà Dio ha fatto il primo passo, noi rispondiamo; l'iconografo segue, è disponibile , è creativo non imita. Accetta le cose come sono: l'oggettività è nell'amore, nelle persone, è libero; deve essere umile per dare spazio all'altro.
L'artista deve acconsentire, deve accogliere ciò che si rivela; deve lasciarsi illuminare, immergendosi con sobrietà; deve posare il pensiero su ciò che conta con concentrazione, senza reattività; deve rifuggire la vanagloria.

Nel momento dell'impegno l'iconografo è un asceta: non ha bisogni, non sente l'orologio, non ascolta la critica, non teme il fallimento; solo lavora e medita. Quando l'amore è più vero, più personale, sarà il più universale: La Madre di Dio ama suo Figlio, Figlio di Dio e quello dell'iconografo è un sì corale, un'intelligenza di fede, un'apertura alla comunità.